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Italia, Bergomi promuove Gattuso: “Il ct sia lasciato libero di esprimersi. Alla Nazionale manca un vero 10”

Italia, Bergomi promuove Gattuso: “Il ct sia lasciato libero di esprimersi. Alla Nazionale manca un vero 10”

Milano, 15 giugno 2025 – In attesa dell’annuncio di Gattuso sulla panchina degli azzurri, ormai imminente, lo ‘Zio d’Italia’ è positivo e invoca meno pressione per gli allenatori che “vanno lasciati liberi di esprimersi”. Beppe Bergomi è uno degli eroi di Madrid, difensore di quella Nazionale che nel 1982 ha compiuto l’impresa portando a casa il terzo Mondiale e che da allora è rimasta nel cuore di tutti.

Bergomi, Gennaro Gattuso sarà incoronato ct della Nazionale…

“Ormai manca solo l’annuncio, penso possa fare bene, ma gli allenatori vanno lasciati liberi di esprimersi. Lui è giovane e soprattutto sta bene in questo momento ed è un fattore importante”.

Gli azzurri non brillano, cosa è andato storto?

“Non si può fare una valutazione su una singola partita, va valutato sempre l’intero percorso, anche l’Italia di Bearzot perse con la Norvegia in un’amichevole a Lecce nel 1985. Ma Bearzot ha sempre conservato fiducia nel suo gruppo e i giocatori di oggi giocano tanto, non è che non ci tengono o non sono attaccati alla maglia”.

Lei domani sarà a Senigallia, in una serata organizzata da Panathlon e Rotary per parlare del Mondiale del 1982 a 43 anni di distanza, gli italiani non hanno ancora dimenticato le notti magiche di Barcellona e Madrid…

“È sicuramente la formazione che è rimasta nel cuore di tutti, l’allenatore del Pescara Silvio Baldini ci ha definito qualche giorno fa come ‘la Nazionale, quella vera’. Ma sono convinto che anche gli azzurri di oggi sanno cosa significa rappresentare la bandiera italiana”.

Qual è il ricordo più emozionante che ha del ‘Mundial’?

“I goal di Paolo Rossi, l’urlo di Tardelli, l’esultanza di Pertini sono i ricordi che tutti porteremo sempre nel cuore, il mio personale è stato il momento in cui sono entrato in campo, proprio contro il Brasile al posto di Collovati, ho provato per la prima volta la sensazione unica che ti dà la maglia azzurra”.

Cosa manca a questa Italia?

“Manca un numero 10. Manca un Gianni Rivera, un Paolo Rossi, un Roberto Baggio, un Francesco Totti. Ma noi siamo quelli che abbiamo vinto l’Europeo nel 2021 con un’ottima intuizione di Roberto Mancini. Dobbiamo lavorare di più sui settori giovanili, c’è sempre bisogno di nuovi talenti”.

Lei è stato una bandiera dell’Inter, i nerazzurri sono usciti male dalla finale di Champions Leauge…

“Siamo abituati a valutare il risultato finale, ma nel calcio è importante l’intero percorso che viene fatto dalla squadra: l’Inter negli ultimi anni è riuscita ad arrivare sempre in fondo, poi può capitare anche di non vincere una partita. Ma abbiamo un grande presidente e una forte dirigenza, ci riprenderemo presto”.

La squadra è arrivata stanca, si è visto anche che la forma fisica di alcuni giocatori non era al top durante la Norvegia.

“Non solo di quelli dell’Inter. Quello di oggi è un calcio diverso: si gioca tantissimo e a ritmi molto elevati, non è sempre semplice riprendersi e scendere al campo nelle migliori condizioni e se non si è al top non si riesce a dare il massimo, cosa che in certe situazione diventa indispensabile”.

sport.quotidiano

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